Esempi di tre tipi di interventi di restauro “ estetico” eseguiti su mobili intarsiati

In questo paragrafo dedicato al restauro della tarsia, finalizzato al mercato dell'antiquariato dove le incrostazioni nella maggioranza dei casi, sono legate al mobile come pura decorazione, ho inserito degli esempi, eseguiti nel mio laboratorio di tipi di rappresentazione iconografica intarsiata, che sono state usate maggiormente nel corso delle epoche.
Il primo esempio riguarderà una grottesca intarsiata di una parasta; il secondo un piano di un tavolo decorato con motivi floreali e infine un restauro di un tavolino francese intarsiato con motivi geometrici.

Intervento di restauro di una grottesca intarsiata.

La tarsia rappresenta un mascherone da dove fuoriescono dalla bocca dei frutti che decorano una lesena del XVI secolo.
Il restauro riguarderà una parte della tarsia collocata nella sommità della colonna, che raffigura il mascherone, per il motivo che è la parte più degradata dove è stato più significativo l'intervento di restauro.
L'intarsio è stato eseguito su massello di legno noce di 2 centimetri di spessore, con tessere e filettature di acero inserite con la tecnica a buio.

L'intervento di restauro.

La parte originale dell'intarsio si presentava molto fragile, perché attaccata da insetti xilofagi che avevano provocato vuoti e vesciche sotto la pelle del legno. Come prima operazione si è reso indispensabile il riconsolidamento della tarsia per imbibizione a pennello con vari passaggi di resina, paraloid b72, diluito con metiletilchetone. La seconda fase dell'intervento riguarda la ricostruzione della parte mancante del mascherone, dove non ci sono state difficoltà d'interpretazione, dato che l'iconografia intarsiata originale era nella gran parte integra, da permettere una ricostruzione filologica della figura senza il problema di incorrere in soluzioni arbitrarie.
Per eseguire la ricostruzione è stato rilevato la parte integra originaria e i contorni della parte mancante dell'intarsio, utilizzando un rapido a china su dell'acetato.
Il rilievo mi servirà per riprendere la sagoma della parte mancante e mi aiuterà da riferimento per riportare i segni dei particolari sulla tessera da ricostruire.
L'intervento successivo riguarda la reintegrazione della tessera mancante che è stata ricostruita con legno di acero di uguale spessore dell'originale e inserita perfettamente nella parte mancante dell'intarsio incollandola con colla forte.
Le incrostazioni originali presentavano rigature eseguite con ferri da intagliatore che creano i particolari delle figure. Quindi per completare il ripristino della iconografia intarsiata, ho eseguito successivamente i particolari decorativi rigati con ferri da intaglio

Tintura e lucidatura della parte reintegrata

Per eseguire una ripresa di colore, si possono usare vari tipi sostanze coloranti dai semplici mordenti, alle aniline o colori concentrati diluibili con vari medium (vedi capitolo dedicato ai materiali).
Scegliere un tipo di tintura rispetto ad un'altra sostanza colorante, deriva dalla nostra abilità pratica con il tipo di colore più confacente dove abbiamo avuto riscontri positivi.
Vorrei suggerire per la tintura una tecnica che uso frequentemente dove ho riscontrato degli esiti a me congeniali.
Questa tecnica consiste nel passare sopra l'intarsio una prima mano leggerissima di gomma lacca per creare uno velatura isolante di vernice che si interpone tra la parte nuda del legno e la ripresa di tintura eseguita con velature di colore preparato all'anilina all'alcol.
Questo sistema di colorazione si può definire reversibile in quanto le velature di colore possono essere tolte semplicemente con un passaggio di decapante neutro, riscoprendo qualora si voglia il colore naturale dell'essenza, prima del trattamento del colore, dove si potrà riscontrare la parte originaria dalla parte reintegrata.
Infine la tarsia e stata lucidata con una finitura di cera d'api vergine.

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